Cantine Bonaparte

Il cuore di Cantine Bonaparte risiede nell’antica città normanna di Aversa dove da anni portiamo avanti la produzione di vini , spumanti e distillati frutto di un’antica coltivazione ad alberata con altezze fino a 20 metri.


VINI , SPUMANTI E DISTILLATI DI ECCELLENZA

Cantine Bonaparte

Il cuore di Cantine Bonaparte risiede nell’antica città normanna di Aversa dove da anni portiamo avanti la produzione di vini , spumanti e distillati frutto di un’antica coltivazione ad alberata.

Il vino dei Borbone e dei Bonaparte

La storia di Cantine Bonaparte si intreccia con la casata reale dei Borbone e dei Bonaparte. È il 1808, Gioacchino Murat assume la reggenza del trono di Napoli. Al suo fianco, pochi mesi dopo siederà sua moglie, Carolina Bonaparte, granduchessa di Berg, Regina di Napoli ed ultima sorella di Napoleone. Durante un viaggio nelle terre aversane, Carolina rimase estremamente colpita dagli ettari di alberate di Asprinio, tanto da spingerla a scrivere in una lettera al consorte Murat: “Questa è la terra promessa, nella campagna si vedono festoni di viti attaccati agli alberi con sparsi grappoli di uva assai più belli di quelli che gli Ebrei portarono a Mosè.”


Le Grappe.

Le Grappe Bonaparte a seconda del vitigno di provenienza e delle peculiarità del prodotto vengono affinate unicamente in barrique di rovere francese. L’esperienza acquisita dalla nostra distilleria permette di proporre grappe invecchiate di nuova concenzione, che esaltano la morbidezza e l’equilibrio sensoriale, dall’olfatto al palato, con un retrogusto persistente che solo la microssigenazione della barrique può offrire.


Storia di una Vite Maritata.

La nostra è una storia di forza, coraggio e pazienza. La forza dell’uva in difficoltà. Il coraggio degli uomini ragno dalle grandi doti acrobatiche. La pazienza di preservare un’antichissima coltivazione che va via via scomparendo in queste aree. L’Alberata Aversana è un metodo colturale incredibile, con il quale si indica il sistema di vite maritata ad alberi solitamente di pioppo, più raramente di olmo, con la vite a piede franco sostenuta da un singolo albero tutore. Quest’ultimo si lascia sviluppare in altezza fino a raggiungere i 15/20 metri. Ad ogni albero tutore sono affidate 4 viti che spingono i tralci a diversi metri dal suolo, ramificandosi in vario modo. L’unica uva che, grazie all’altezza, non ha bisogno di trattamenti. Il nutrimento lo riceve dal suo tutore. Potatura e vendemmia vengono svolte mediante il ricorso a lunghe e strette scale di legno, sulle quali i vignaioli, detti “uomini ragno” si inerpicano per lavorare ai tralci. La vinificazione e la spumantizzazione conoscono il buio ed il freddo di gole di tufo, profonde anche 15 metri ad una temperatura intorno ai 13-14 gradi.
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